20 gennaio, 2012

"Tante belle cose". La più che degna sopravvivenza del "classico"



Teatro Signorelli di Cortona, martedì 17 gennaio 2012


Non è facile vedere oggi uno spettacolo teatrale con gli stilemi del teatro ottocentesco. È il caso di “Tante Belle Cose”, del drammaturgo contemporaneo Edoardo Erba, che propone una commedia “classica” e piacevole.
Orsina (Maria Amelia Monti) è una “collezionista” e amante degli oggetti – lì prende dappertutto, anche dai cassonetti – e sostiene che abbiano un’anima e quindi non può distaccarsene. Ne ha accomunati così tanti da riempirne la sua piccola casa condominiale, formando con questi vere e proprie montagne. Due vicini abitanti del condominio (Valerio Santoro e Carlina Torta) vedono Orsina con disprezzo considerandola sporca e “zingara”, tanto è vero che faranno di tutto per far sì che la ragazza se ne vada dal condominio, anche assumere un nuovo amministratore condominiale, Aristide (Gianfelice Imparato), che, però, avendo simpatia per Orsina, che già conosce, farà di tutto per aiutarla. Forse è meglio che non vi sveli altro …
Perché questo dramma può essere definito “classico”? Perché gioca su una relazione di personaggi da teatro classico: Orsina e Aristide, i portatori di una loro morale non compresa e che potrebbero essere identificati semplicemente e banalmente come “i buoni”; il ragioniere e la signora del condominio che s’inventano stratagemmi per far sì che Orsina se ne vada, che potrebbero essere identificati in quanto “cattivi”. Anche il ritmo comico è scandito in modo tradizionale, dove le battute cadono in modo sistematico, causando il riso del pubblico, molto divertito dalle vicende sulla scena, una scena che gioca principalmente sulla creazione di due ambienti: l’esterno del condominio e l’interno della casa di Orsina – una casa che sembra quasi un magazzino, in cui le cose sono accavallate le une sopra le altre quasi senza lasciare spazio al movimento umano.
Bravi gli attori, che devono recitare lo stereotipo del personaggio senza interessarsi all’aspetto psicologico (importante in questo tipo di dramma è il non fallire nella rappresentazione del “ruolo”, non altrettanto importante è creare un personaggio con una “ragione psicologica”, anche se va detto che Orsina è in parte un personaggio psicologico, che nasconde le sue manie sotto le vicende della sua infanzia in cui aveva iniziato a “innamorarsi degli oggetti”).
Uno spettacolo classico allora. Un classico, che, se fatto bene, è sempre piacevole da godersi, anche nei tempi in cui certi stilemi sembrano andare a morire.

Tante belle cose

di Edoardo Erba
regia di Alessandro D’Alari
con: Maria Amelia Monti, Gianfelice Imparato, Valerio Santoro, Carlina Torta
musiche di Cesare Cremonini
scene di Matteo Soltanto
costumi di Giuseppina Maurizi
disegno luci di Adriano Pisi

Stefano Duranti Poccetti 

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