25 novembre, 2011

Renée Fleming non smentisce le attese

Renée Fleming

L’attesa soprano Renée Fleming offre al pubblico una grande una prova d’Arte e di personalità e se ne va così anche la terza serata del Tuscan Sun, giunto a metà della manifestazione.
Presentandosi sul palco con grande eleganza Renée delizia e commuove l’intero pubblico di Piazza Signorelli. Esegue molto bene l’intero repertorio dello spettacolo, da Bizet a Giordano; da Leoncavallo a Strauss. Riesce a essere lirica in “J’ai versé le poison dans cette coupe d’or”, dalla Cléopatre di Massenet e in “Ah! Je ris de me voir si belle en ce miroir” dal Faust di Gounod, come spensierata e ingenua- nel senso più alto del termine – in “Mimì Pinson, la biondinetta” dalla Boheme di Leoncavallo. Canta con freschezza tutte le arie, dimostrando grandi doti canore, che la portano ad affrontare con facilità tutti i registri. Le sue doti interpretative sono più vicine a quelle di un’attrice piuttosto che di una cantante tanto che la sua sapienza gestuale del corpo e del volto la porta a un vicino contatto emotivo con il pubblico. Tutti i pezzi da lei cantati sono prove magistrali: Massenet, Gounod, Leoncavallo, Strauss, Grusin, Loewe, questo è l’ordine degli autori cantati, senza dimenticare fuori programma quali “O mio babbino caro” da Puccini, che ha fatto letteralmente commuovere gli ascoltatori. Gli applausi per lei sono stati incessanti e si può dire che la sua esibizione sia stata trionfale.
Altra presenza importante alla serata è quella del direttore d’orchestra Alberto Veronesi, alla guida dell’ “Orchestra del Festival Puccini”. Molto buono l’accompagnamento alla voce di Renée e distinte anche le esecuzioni del resto dei brani, tra cui si menzionano “Preludio” da La fanciulla del west di Puccini e “Sinfonia” dal Nabucco di Verdi. C’è poi la partecipazione a questo evento del giovanissimo compositore e direttore d’orchestra Anthony Arcaini, appena quindicenne. La serata inizia proprio con la sua composizione “Dream of Tuscany”, che, tra colorismi russi e poliritmie di stampo americano, è il risultato di un pastiche per la verità un po’ disorganico. La sua prova da direttore di orchestra è un po’ fiacca – si sono molto sentite le differenze di un’orchestra diretta da Veronesi e di una d’Arcaini. Nell’ “Ouverture” del Tannhäuser di Wagner, a esempio, il capolavoro del compositore tedesco, perde tutta la sua energia non riuscendo a trasportare dentro il proprio mondo il pubblico. Il ragazzo è comunque giovane e potrà certamente migliorare. Questa è stata sicuramente la serata di Renée.

Stefano Duranti Poccetti (Tuscan Sun Festival 2010, da Il Nuovo Corriere Aretino)

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