25 novembre, 2011

Apertura nel segno dell'Opera

La robusta voce del tenore Marcello Giordani e la splendida forza interpretativa di Ekaterina Scherbachenko hanno aperto ieri sera il sipario del Tuscan Sun Festival. Le loro voci hanno vibrato sulle note di Cajkovskij, Cilea, Bizet e Puccini. Tutto è iniziato con la melodica “Polonaise” dell’Eugene Onegin suonata dall’ “Orchestra Toscana”, diretta dalla direttrice Gisèle Ben-Dor; è stato allora il turno della cantante russa, che ha dimostrato delle ottime doti vocali cantando “La scena della lettera” della medesima opera del compositore. Il testimone è passato poi al cantante lirico italiano con il “Lamento di Federico” dall’Arlesiana di Cilea. E così è continuata la serata, sempre in crescendo fino ad arrivare alla chiusura dell’intervallo con un toccante duetto dei due cantanti: “Parle-moi de ma mère”, dalla Carmen di Bizet.
Il repertorio del secondo tempo è stato soprattutto italiano. Gli artisti si sono misurati così con il registro pucciniano, dimostrando di riuscire a entrare benissimo nella parte dell’operista toscano. Brani come “Sì, mi chiamano Mimì” dalla Boheme o “Lucevan le stelle” da Tosca, sono stati cantati in modo molto sentito e credibile. Tutto ha avuto termine con un altro duetto: “O soave fanciulla”, sempre dalla Boheme, e anche qui Marcello Giordani e Ekaterina Scherbachenko hanno dato prova di grande valore e di reciproca affinità. I due cantanti si allontano, e le ultime parole di amore sono cantate da dietro le quinte, l’orchestra va in dissolvenza e la serata sembra concludersi. Ma non è finita, è tempo di bis, e prima Giordani con il “Nessun Dorma”, poi accompagnato dalla Scherbachenko in un duetto dalla Traviata, chiudono questa serata nel migliore dei modi. Si sottolinea la robustezza della voce di Giordani, capace anche di passare con facilità dalle note più acute a quelle più gravi e abile nel dosare con disinvoltura i piano e i forti. Della Scherbachenko si osserva una interpretazione pura e sentita. Sembra che la cantante russa dimostri di sapersi calare con facilità, in un processo empatico, nella mentalità dell’autore musicale. Buona anche la prova dell’ “Orchestra Toscana”, diretta da Gisèle Ben-Dor, soprattutto nell’ “Arlesienne” di Bizet, nell’ “Ouverture” da Don Giovanni di Mozart e nell’ “Intermezzo” da Cavalleria Rusticana di Mascagni. 
Un teatro Signorelli non al completo ha salutato questo primo evento, ma non è stato questo a danneggiare la magica atmosfera di quest’ Opera Gala.

Stefano Duranti Poccetti (Tuscan Sun Festival 2010, da Il Nuovo Corriere Aretino)

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